Cos’è il tartaro dentale e perché si forma?

Qualsiasi persona, fin dalla tenere età, è stata educata a praticare una corretta pulizia dei denti.
Tutti sanno quanto sia fondamentale spazzolare per bene la propria dentatura o utilizzare determinati strumenti, quali ad esempio il filo interdentale o il collutorio, in maniera assidua e costante.
Tutti questi sistemi di pulizia servono e contribuiscono a prevenire il tartaro dentale.
Questa particolare formazione, che viene a svilupparsi in varie zone della bocca, non è altro che un processo favorito dal deposito di minerali.
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Caratteristiche del tartaro
Esso generalmente assume una colorazione giallognola, ma non è raro vederlo acquisire sfumature di diverso colore quali ad esempio il bianco, il grigio o anche il nero.
Il colore del tartaro è un fattore che tende a mutare a seconda delle sostanze con cui questo entra in contatto. Il fumo di sigaretta, ad esempio, tenderà a farlo diventare di colore scuro.
La parodontite
Esistono diversi tipi di tartaro, ma i più frequenti sono generalmente due: quello reperibile sulla superficie esterna dei denti e quello che va ad annidarsi all’interno della gengiva o in alternativa nelle tasche parodontali.
Quest’ultima tipologia di deposito è nota principalmente per la sua pericolosità, vista la correlazione esistente tra essa e numerose malattie gengivali come la paradontite.
Le cause riguardanti la formazione del tartaro sono molteplici, ma una delle principali motivazioni è da ricercare nell’alimentazione. Durante e in seguito al consumo dei pasti infatti, i residui di cibo tendono a depositarsi nel cavo orale e vengono, inevitabilmente, attaccati dai batteri presenti per loro natura all’interno della bocca.
Nello specifico, per quanto riguarda la dentatura, su di essa si forma una sorta di pattina incolore composta principalmente da batteri e residui di cibo.
Se dopo i pasti non si provvede all’eliminazione del suddetto deposito tramite un’adeguata pulizia, nella bocca vengono a crearsi piccoli depositi di tartaro (dopo ogni dodici o diciotto ore circa).
Le placche batteriche
Un altro fattore che può contribuire notevolmente a scatenare la formazione di depositi di tartaro all’interno del cavo orale è la saliva messa in correlazione con le placche batteriche.
Nello specifico, queste ultime formazioni, grazie alla loro composizione, sono in grado di dare vita a legami chimici (con sostanze quali i sali calcarei e i fosfati) che solitamente sono presenti in grande quantità nella saliva di ogni essere umano.
A causa di questi legami in bocca si crea una sorta di concrezione dalla consistenza dura ed adesiva. Quindi anche il ph della saliva risulta essere davvero molto importante.
Generalmente i depositi maggiori di tartaro si trovano in zone della bocca vicino alle ghiandole salivarie, quindi vicino alla superficie vestibolare dei molari superiori o in alternativa sulla superficie linguale degli incisivi inferiori.
Il tartaro dentario, inoltre, è un ottimo veicolo per i batteri che vanno ad aggredire e infiammare il tessuto gengivale.
In questi casi l’organismo reagisce gonfiando la parte infiammata e scollando la gengiva dal dente, fino a che non si creano delle vere e proprie sacche dove si possono annidare tantissimi batteri (più di 400 secondo alcuni studi). Nei casi più gravi questo processo infettivo può portare alla caduta del dente.
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